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    Falsa la notizia sulla presenza di acrilammide nel caffè macinato

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    Pochi giorni fa i giornali erano dominati da notizie riguardanti la presenza di acrilammide nel caffè macinato. Vero o falso? Vediamo cosa dicono gli esperti.

    L’acrilammide è una sostanza che aumenta il rischio di cancro. Si forma nei cibi ricchi di amido cotti ad alte temperature o nei prodotti tostati, come il caffè, la cicoria, l’orzo.  Il suo consumo va tenuto sotto controllo perché è in grado di aumentare il rischio di sviluppare mutazioni genetiche e tumori.

    Il primo a parlare della presenza di acrilammide nel caffè macinato è stato il Professor Matteo Russo, responsabile ricerca del San Raffaele Pisana di Roma. L’esperto ha provocato un grave allarme tra i consumatori di caffè sostenendo che i residui sottoposti ad alta temperatura liberino elementi dannose quali composti furanici e acrilammide. È vero che l’acrilammide rappresenta una reale preoccupazione sanitaria: durante il processo di cottura dei cibi c’è il rischio che si formino alcune sostanza dannose, tra cui l’acrilammide stesso, composto chimico cancerogeno che si sviluppa spontaneamente negli alimenti a base di amido, fritti, tostati o al forno, durante la cottura ad alte temperature (oltre i 120 C°).

    In seguito a questa notizia la Comunità Europea ha invitato gli stati membri a monitorare i livelli dell’elemento all’interno delle sostante e in particolare nel caffè macinato. Per rendere più chiaro come svolgere questi test l’UE ha redatto, grazie ad un gruppo di scienziati esperti, una una tabella contenente i valori indicativi sui principali prodotti alimentari rischiosi. I valori sono poi stati pubblicati per agevolare il lavoro degli enti che hanno controllato le quantità all’interno dei cibi e del caffè macinato.

    • 600-1.000 per patatine fritte;
    • 450 microgrammi per chilogrammo per caffè torrefatto;
    • 900 per caffè;
    • 000-4.000 per surrogati di caffè a base di cereali;
    • 500 per biscotti e crackers.

    L’allarme è stato presto bloccato, i risultati sono chiari agli occhi degli scienziati. Il livello di acrilammide nel caffè macinato non rappresenta una minaccia per l’organismo.

    Nello specifico la Comunità Europea conferma quindi il falso allarmismo che è stato provocato dall’assenza di corretta informazione. Infatti per ingerire 450 microgrammi al giorno sarebbe necessario assumere almeno 300 grammi di caffè, quantità irraggiungibile da consumare come dose giornaliera, considerando che per fare un caffè ne occorrono solo sette grammi.

    Inoltre possiamo concludere sottolineando che la acrilammide può avere anche effetti benefici se ingerita nel modo corretto. Per chi consuma abitualmente caffè in quantità moderata la sostanza può essere fonte di protezione nei confronti di varie patologie tra cui il morbo di Parkinson, i rischi cardiovascolari e il declino cerebrale. L’acrilammide contiene:

    • grassi;
    • proteine;
    • minerali;
    • carboidrati;
    • sostanze naturali con proprietà antiossidanti

    Possiamo quindi concludere affermando che non bisogna eliminare il caffè macinato dalla propria dieta, la presenza di una sola sostanza non può diventare oggetto di allarmismo. Importante informarsi sulle notizie dei giornali che spesso mettono in risalto solo aspetti negativi senza analizzare il fenomeno da tutti i suoi angoli.

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